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Costruisci il tuo acceleratore virtuale di particelle usando l’app acceleratAR per comprendere praticamente e in maniera immersiva come lavorano queste macchine.
Nella famosissima saga Guerre Stellari, i droni furono introdotti al pubblico quando R2-D2 e C-3PO atterrarono su Tatooine per portare un importante messaggio a Obi-Wan Kenobi. La loro peculiare personalità ha determinato la loro popolarità sin da subito – e a loro si è aggiunto BB-8 nei recenti sequel.
Noi non possiamo raggiungere il livello di sofisticazione di R2-D2 e BB-8, ma possiamo usare il machine learning per migliorare il controllo degli acceleratori di particelle, l’intelligenza artificiale per l’analisi dei dati delle collisioni di particelle ad alta energia, e la realtà aumentata per comprendere dei concetti molto complessi di ingegneria e fisica.
Gli acceleratori di particelle sono strumenti unici per le indagini scientifiche; essi hanno anche ricadute in molte altre aree come il trattamento del cancro, la produzione di energia o gli scanner usati nei sistemi di sicurezza aeroportuali.
Questi sono composti da molte parti essenziali: la sorgente di particelle, un elemento che le accelera e molti tipi di magneti che controllano la direzione e lo spessore del fascio di particelle.
Per capire come lavorano queste macchine, è possibile costruire un acceleratore virtuale con l’app acceleratAR. Grazie a questa app potrai comprendere in maniera pratica e coinvolgente come funzionano gli acceleratori di particelle. Queste attività sono consigliate per ragazzi dai 16 ai 19 anni per comprendere il funzionamento dei magneti e degli acceleratori. Le attività possono essere completate in una lezione, ma possono anche essere divise anche in due differenti momenti. Ciò che serve è uno smartphone o un tablet e quattro tipi di cubi di carta.
La parte più difficile è stampare e tagliare le forme. Questo può essere fatto prima della lezione, in maniera da usare il tempo della lezione solo per assemblare i cubi e avere più tempo per gli esperimenti.
La sorgente di particelle genera le particelle, come ad esempio i protoni, da accelerare. Poiché queste particelle sono cariche, esse rispondono ai campi elettrici e magnetici.
La cavità a radiofrequenze (RF) è una camera che contiene un campo elettromagnetico variabile nel tempo. Quando le particelle attraversano la camera, esse ricevono un impulso che le accelera.
I dipoli magnetici sono magneti in cui i poli nord e sud si trovano verso parti opposte. Negli acceleratori di particelle, i dipoli sono usati per deviare il percorso di un fascio di particelle cariche. Questi sono particolarmente utili quando bisogna far girare il fascio in un cerchio, come ad esempio nel Large Hadron Collider (LHC).
I quadrupoli magnetici consistono di quattro magneti disposti in maniera incrociata. Questi magneti generano un campo magnetico che avvicina le particelle tra di loro, mettendo a fuoco il fascio a intervalli regolari
Adesso che avete le parti dell’acceleratore di particelle e conoscete cosa fa ciascuna di esse, siete pronti a costruire il vostro acceleratore!
Durante il lavoro, gli studenti giocano con i cubi e capiscono spontaneamente l’effetto sul fascio di luce dovuto allo spostamento dei cubi; è il momento di fare domande strutturate e spiegazioni.
Cosa vedete?
Dovreste vedere un cambio di colore dopo che le particelle passano per la cavità RF. Questo significa che le particelle sono accelerate.
Cosa sta accadendo?
Ogni volta che il fascio di particelle passa attraverso la cavità RF, incontra un campo elettrico che gli trasferisce energia. Più energetiche sono le particelle, maggiore sarà la loro velocità. L’LHC ha 16 cavità RF che portano l’energia delle particelle ad oltre 14 volte la loro energia iniziale.
Cosa vedete?
Dovreste vedere che la direzione del fascio sta cambiando. I dipoli magnetici sono i timoni del fascio di particelle. Negli acceleratori di particelle sono utilizzati molti dipoli magnetici per regolare la traiettoria che le particelle seguiranno.
Come funzionano?
I dipoli sono magneti con due poli (nord e sud) usati per generare un campo magnetico costante che scorre dal nord al sud. Una particella carica all’interno del campo magnetico sarà deviata su un percorso curvo a causa della forza impressa dal campo magnetico, e questa forza sarà perpendicolare sia al campo magnetico che alla velocità della particella.
La regola della mano destra può aiutare a visualizzare la direzione su cui agisce la forza sulla particella carica.
La regola della mano destra
Nell’immagine, V corrisponde alla direzione del movimento della particella e B la direzione del campo magnetico. La forza che la particella subirà nel campo magnetico sarà in direzione di F.
Cerca di capire la direzione del campo magnetico nel dipolo virtuale. Usa la regola della mano destra, la direzione del movimento delle particelle e la direzione in cui queste vengono spinte.
Cosa puoi osservare?
Dovresti vedere che il fascio di particelle diventa più focalizzato.
Perché dobbiamo focalizzare il fascio di particelle?
Ricorda che i protoni sono particelle cariche e in quanto tali respingono gli altri protoni. Questo significa che il fascio di protoni si allargherà e potrebbe uscire dalla camera a vuoto, a meno che una forza esterna sia applicata per ridurne la diffusione. Questo lo si ottiene facendo passare il fascio attraverso un quadrupolo magnetico.
La direzione del campo del quadrupolo magnetico è indicato dalle frecce nere.
Le frecce rosse rappresentano la direzione della forza su una carica positiva.
Le cariche positive sulla destra passeranno il primo quadrupolo, che ne restringerà la dispersione orizzontale e ne limiterà la larghezza. Un secondo magnete, con i poli ruotati, limiterà la dispersione delle particelle in altezza.
Un quadrupolo focalizza sempre in uno dei piani e defocalizza nel piano perpendicolare. Una combinazione di molti quadrupoli permette di avere un effetto complessivo di focalizzazione sul fascio di particelle cariche.
L’uso della Realtà Aumentata e della Realtà Virtuale è un nuovo modo di condurre gli esperimenti di fisica più costosi in aula.
Queste nuove tecnologie aiutano insegnanti e studenti a costruire il proprio acceleratore di particelle anche modificando numerosi parametri. Questo esperimento interattivo mostra le nuove possibilità che la tecnologia porta in aula.
Johannes Almer, insegnante di matematica e fisica, Ludwig-Thoma-Gymnasium, Germania
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