Come si diventa astronauta: intervista con Matthias Maurer Inspire article

Uno degli ultimi astronauti reclutati dall'Agenzia Spaziale Europea ci parla della sua entusiasmante esperienza durante l'addestramento come astronauta e cosa ci riserva il futuro del volo spaziale.

Dopo un anno di sfide durante il quale è avvenuta la selezione per il più recente acquisto dell’Agenzia Spaziale Europea in come astronauta, Matthias Maurer si è classificato tra i primi dieci del rimanente gruppo della selezione dei candidati. Però ha scoperto che vi erano solo sei posti disponibili per il volo nello spazio, le sue speranze di diventare un astronauta sono state messe alla prova. Science in School ha parlato con Matthias del suo inatteso percorso per diventare astronauta, e quali sono le sue aspettative se riuscirà a viaggiare nello spazio.

Matthias Maurer all’Agenzia Spaziale Europea di Colonia, Germania.
ESA/Sabine Grothues

Quando ti sei interessato per la prima volta alle scienze?

Sin da giovane mi sono sempre interessato alle cose tecniche. Mio zio era un ingegnere, e mi sono interessato alle storie che mi raccontava riguardanti il suo lavoro. Da piccolo, prima volevo diventare un pilota di aerei o di Formula Uno – così c’è sempre stato sin dall’inizio un interesse per la meccanica.

Il mio progetto iniziale fu quello distudiare  ingegneria spaziale, ma suppongo che la mia carriera è stata caratterizzata da coincidenze. Avevo completato il mio servizio militare come conduttore di ambulanza quando successe che il muro di Berlino fu abbattuto. Nell’estate del 1990 ho ricevuto una lettera che mi informava che ero stato sollevato anzitempo dal mio servizio militare – così potei iniziare i miei studi un anno prima di quanto avevo previsto. Ma non fui più in tempo ad iscrivermi perché le iscrizioni si erano chiuse sei mesi prima. Solo alcune università in Germania furono disposte a riaprirono le iscrizioni considerando il mio caso, così decisi che potevo studiare scienze dei materiali e frequentare l’università.

La mia intenzione era quella che avrei potuto cambiare facoltà più in là nel tempo e passare a ingegneria aereospaziale, ma dopo un anno di studi nell’università vicino casa a Saarbrücken, Germania, scoprì che ingegneria di scienza dei materiali era così ricca e interessante e desiderai continuare. Negli anni che seguirono, studiai in UK, Francia e Spagna, e completai il mio PhD in ingegneria di scienze dei materiali nel 2004.

Con addosso la tuta di addestramento spaziale, Matthias Maurer si immerge nella piscina del Laboratorio del Galleggiamento Neutro, in Huston, Texas.
ESA/Stephane Corvaia, 2017

Quando hai deciso di voler diventare un astronauta?

Quando lasciai la scuola all’età di 19 anni, non avevo un progetto chiaro per la mia carriera. Quando L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) annunciò che nel 2008 avrebbe iniziato le selezioni per una nuova squadra di astronauti, finalmente realizzai che era quello che volevo fare.

A quei tempi l’età per poter accedere al corso di astronauta era compresa tra 27 e 37 anni. Per quell’epoca avrei finito di studiare e avrei avuto almeno tre anni di esperienza da ingegnere, scienziato o dottore, o un certo numero di ore volo come pilota. Quando mi iscrissi alle selezioni avevo già 37 anni.  L’astronauta Italiano Paolo Nespoli che era appena ritornato dallo spazio, aveva 60 anni. Quindi possiamo avanzare l’ipotesi che il volo spaziale non influisce pesantemente sul corpo umano, si spera che i requisiti per volare nello spazio potranno cambiare.

Quali consigli daresti a chi volesse intraprendere la carriera di astronauta?

Il problema principale è che non si riesce a pianificare la propria vita per diventare un astronauta. Anche se si ha tutta la necessaria esperienza, il fattore limitante è l’esiguo numero di accessi al volo nello spazio – ma questo potrebbe cambiare nei prossimi 20 anni, per un incremento del numero di voli grazie ai voli spaziali commerciali.

In Europa, vi dovrebbero essere centinaia di persone con una buona preparazione per diventare dei buoni astronauti – quindi l’opportunità di partecipare al volo dovrebbe diventare più favorevole se vi fosse un processo di selezione più equo. A studiare e conseguite gli obiettivi che vi siete prefissati. In fondo gli astronauti non sono unici perché più intelligenti, ma perché essere un po’ più fortunati di altri.

Infine, divertitevi sempre e seguite le materie che più vi piacciono e tutto questo si aggiungerà al vostro curricolo come è stato nel mio caso.

Raccontaci come sei diventato un astronauta.

Il processo di selezione è durato un anno. Più andavo avanti e più credevo che si sarebbe realizzato. Il gruppo iniziale di 8500 candidatati si è ridotti a dieci. Ma alla fine, i reclutatori ci dissero che vi erano solo sei posti disponibili per volare nello spazio. Così fui spostato nella lista dei candidati di riserva. Certo mi era dispiaciuto moltissimo – un po’ come quando a Natale ricevi il regalo che hai sempre sognato, e i tuoi genitori ti dicono che non era per te. 

Dopo il processo di selezione, sono stato assunto all’ESA nel 2010 come membro del personale di terra, alle comunicazioni tra il centro di controllo sulla Terra e gli astronauti nello spazio. Ma un paio di anni fa, ESA aveva maggiore capacità sui viaggi spaziali e astronauti. Immediatamente sono venuti da me chiedendomi “Vuoi ancora diventare un astronauta?” ho detto si.

Dei corsi pratici, che includono la conoscenza di microrganismi e dove è meglio guardare dove vi sono dei segni di vita, questi preparano gli astronauti ad assistere gli studi scietifici dell’ISS (Matthias Maurer, a sinistra). 
ESA/S Sechi  

Hai  iniziato il tuo addestramento nel 2015. Cosa comprendeva?

Poiché si viaggiava con la navicella spaziale Russa Soyuz, dovemmo imparare la lingua russa con dei corsi intensivi.  A qual tempo avevo iniziato ad imparare il Cinese in preparazione della collaborazione con la Cina. Nell’addestramento base di un astronauta, comprende come minimizzare i tempi di reazione ad un guasto improvviso nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS), raccogliere campioni di grande valore per gli studi scientifici. Abbiamo seguito anche dei corsi per paramedici e siamo in grado di estrarre denti e fare le otturazioni. Anche i corsi di sopravvivenza occupavano una buona parte del tempo – da poco mi sono recato in Cina per prepararmi ad usare una capsula di emergenza che consisteva nell’ammarare in mare aperto. Quindi recuperato da un elicottero in perlustrazione al di sopra della zona di ammaraggio – mi sono sentito un po’ James Bond in uno dei suoi film.

Quando prevedi  di volare nello spazio?

Adesso sono pronto ad essere assegnato ad una missione nello spazio in qualsiasi momento. In questo momento vi sono sei astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale ISS, ma in futuro ve ne saranno sempre sette. L’ESA normalmente prevede un viaggio spaziale all’anno e la prossima finestra libera cadrà nel 2020. Spero realmente che potrò essere su quel volo e rappresentare l’Europa nella spazio. 

Secondo te quale sarà la parte più dura vivere e lavorare nello spazio?

Dal punto di vista fisico, la parte più difficile è rappresentata dalla passeggiata spaziale – lavorare per sei ore indossando la tuta spaziale è veramente faticoso. È difficile vivere lontano della tua famiglia, fortunatamente lo è solo per sei mesi all’anno e potrò chiamarli al telefono tutti i giorni. Un’altra cosa di cui si ha nostalgia è l’aria fresca – fare jogging nel bosco o da soli sulla spiaggia.

La stazione spaziale ha più o meno le dimensioni di un campo di football così si può andare in giro per un giorno intero senza incontrare mai un altro astronauta. Ma il reparto adibito al sonno è piccolo come una credenza ed è anche lo spazio che ti rimane per la tua privacy.

L’addestramento per astronauti significa prepararsi a vivere bene nello spazio. Comunque immagino che quando perderò di vista la Terra, per esempio nel volo verso Marte, sarà psicologicamente difficile.

Vorresti farti un viaggio verso Marte?

Mi piacerebbe andare se avessi la sicurezza di tornare indietro. Non vorrei mai effettuare una missione di solo andata.

Per preparsi a lavorare all’esterno della ISS, Matthias Maurer si impegna in compiti faticosi indossando la tuta spaziale e immergendosi  nella Vasca di Galleggiamento Neutro dell’ESA a Colonia, Germania
ESA/Helmut Rueb

Quale insegnamento è stato più significativo nel tuo lavoro?

Spesso, la parte più affascinante nel prepararsi ai voli spaziali è rappresentato da quanto differiscono le cose che si fanno sulla Terra. Per esempio, come brucia una candela nello spazio? Quando una fiamma brucia sulla Terra, i gas riscaldati salgono verso l’alto a partire dalla fiamma, formando quella forma allungata che siamo abituati ad osservare. Nello spazio, l’aria calda non sale, così la fiamma assomiglia ad una palla. Potete studiare del perché si verifica questo compotamento della fiamma.

In questo senso, gli astronauti agiscono anche come facilitatori per gli scienziati. Uno dei miei progetti favoriti è stato lo sviluppo di nuove leghe in un ambiente tipico dello spazio, per la futura generazione di motori a turbine per aeroplani, avendo lo scopo di far volare gli aeroplani consumando meno carburante. Anche la cristallizzazione delle proteine in ambiente spaziale è affascinante – la mancanza di gravità significa che i cristalli hanno un accrescimento perfetto, così gli scienziati costruiscono le proteine nello spazio, farle cristallizzare, e riportarle sulla Terra per l’analisi con i raggi X. La ricerca spaziale ha delle applicazioni in medicina, ad esempio per cercare delle cure per rallentare o eventualmente fermare il processo di osteoporosi. Ci poniamo anche domande fondamentali come da dove proviene la vita, e se siamo unici sulla Terra, e quali organismi possono sopravvivere nello spazio.

E infine, quale sarà il futuro del volo spaziale?

E’ un periodo eccitante per il volo spaziale – molte variazioni stanno succedendo. La ISS rimarrà in servizio ancora per alcuni anni, e l’ESA sta già studiando una potenziale piattaforma spaziale per il periodo post ISS. La stazione spaziale Cinese sarà pronta per 2023, e gli Americani stanno parlando di una stazione spaziale commerciale che potrebbe sostituire l’ISS. Abbiamo ancora dei piani internazionali a lungo termine per il ritorno sulla Luna ed eventualmente – nelle prossime decadi – di portare l’uomo su Marte. Il volo spaziale è un vera avventura, ed è essenziale che abbiamo delle persone che provengono da vari paesi con differenti background in campi differenti, e lavoriamo tutti insieme.


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Author(s)

Hannah Voak è una editrice di Science in School. Con una laurea breve in Biologia e un entusiasmo in scienze della comunicazione, si è trasferita in Germania nel 2016 per unirsi a Science in School al Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare.

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