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Guida per identificare i “Big Five”
Foglio di lavoro dei “Big five”
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Animali fantastici: Fate un safari nel muschio con un microscopio e scoprite i diversi e resistenti organismi che vivono in questo stimolante habitat.
Spremendo l’acqua dal muschio e osservandone qualche goccia sotto la luce del microscopio si rivelerà l’incredibile diversità di organismi che ci vivono. Da organismi pluricellulari, come rotiferi, tardigradi, nematodi, acari e gastrotrichi, ad una serie di organismi unicellulari, inclusi parameci, euglene, amebe nude, diatomee e amebe testate. Vederlo per la prima volta può essere impressionante ma anche travolgente. L’attività del safari tra i muschi può aiutare insegnanti e studenti a dare un senso a questo meraviglioso microcosmo.
Ho sviluppato il “Safari tra i muschi” per introdurre l’habitat dei muschi e gli organismi che ci vivono ai miei studenti. Sebbene io abbia svolto questa attività con studenti di diverse età, questo articolo si rivolge a studenti di 11-16 anni. Il metodo di concentrare gli organismi in un piccolo campione di acqua, si basa sul metodo di Hingley[1] ed è stato adattato nel mio articolo.[2]
Questa attività produce stupore e meraviglia e può ispirare gli studenti ad intraprendere ulteriori studi rendendosi conto che la scienza è un’attività continua. I link curriculari diretti comprendono habitat (microhabitat e habitat estremi), adattamento (incluso estremofili), classificazione, catene e reti alimentari e caratteristiche della vita. Ci sono numerosi altri collegamenti curriculari che possono essere messi in risalto, come usare un microscopio ottico, osservare e registrare da un microscopio, la storia del microscopio e la natura della ricerca scientifica. Inoltre, il muschio può essere usato come modello di micro-ecosistema per generare riflessioni sulla sostenibilità negli ecosistemi locali e globali (per esempio si trovano spesso microplastiche nel muschio). Infine, per dare un elemento di competitività, gli studenti possono realizzare una caccia al tesoro nel cortile della scuola o della comunità locale per trovare i tardigradi.
Il muschio cresce nella maggior parte dei climi, ma ci sono periodi particolari in cui può essere maggiormente visibile, cioè nei mesi con maggior pioggia. Il muschio può normalmente essere raccolto in zona; nelle regioni temperate, si possono trovare cuscini di muschio caduti dai tetti degli edifici. Nelle regioni più secche, si possono cercare i muschi che crescono in zone d’ombra, come alla base dei muri, tra le lastre della pavimentazione, sulla corteccia degli alberi e in mezzo all’erba.
Ne basta un piccolo campione, delle dimensioni dell’unghia del pollice (1 cm3). Si possono mandare gli studenti nel cortile della scuola perché raccolgano il loro campione, si può chiedere che ne portino uno da casa, oppure ne può portare uno l’insegnante per risparmiare tempo.
Nei climi più secchi, se il muschio non è facile da trovare, si possono cercare licheni sui muri, sulle rocce o sul tronco degli alberi. Tuttavia, controllate che il lichene che state usando non appartenga ad una specie protetta. Raschiate un piccolo campione e mettetelo dentro un sacchetto per portarlo in laboratorio. Considerate anche la possibilità di guardare nelle piante d’appartamento o serre da interno, dove il muschio potrebbe crescere in alcuni vasi più umidi.
Si devono incoraggiare gli studenti a fotografare in situ il muschio prima di raccoglierlo, annotando le caratteristiche fisiche dell’habitat.
Un campione di muschio, a meno che non sia già inzuppato dalla pioggia o dall’acqua stagnante, dovrà essere immerso per almeno un’ora, meglio 24 ore, in acqua piovana, acqua distillata, o acqua minerale. Tenete presente che l’acqua del rubinetto con il cloro danneggia gli organismi.
Usare la procedura di concentrazione dell’acqua estratta dal muschio di seguito descritta (Passaggi 7-10) può massimizzare il numero di organismi presenti nel campione. I tecnici possono preparare 50 cm3 o più di spremitura di muschio da usare come campione per un’intera classe.
Questa attività può essere svolta in un’ora, ma una sessione più lunga può essere vantaggiosa.
Il safari nel muschio può essere introdotto utilizzando il focus sul curriculum che si desidera. In questo esempio il focus è sugli adattamenti e sulla sopravvivenza in ambienti estremi.
Utilizzando le Moss Safari slides, si possono introdurre i muschi come un ambiente estremo e si possono descrivere gli organismi pluricellulari “ Big Five”. Agli studenti si può fornire la guida per l’identificazione. Se si possiede una camera da collegare al microcopio, si può mostrare la procedura (passaggi 3 – 16). La guida per l’insegnante può essere usata come fonte di spunti interessanti da condividere con gli studenti o per cercare ulteriori dettagli.
Bisognerà lasciare agli studenti almeno 30 minuti per fare il loro safari usando i fogli per l’osservazione per registrare ciò che osservano, incluse strutture, comportamenti e adattamenti. I fogli degli adattamenti possono poi essere usati per riflettere sugli adattamenti ambientali con maggiori dettagli.
Prendere le stesse precauzioni che si attuano quando si usa acqua dolce e materiali biologici. Coprire i tagli o indossare guanti e lavare completamente le mani dopo la sessione.
I vetrini da microscopio e i copri oggetto sono fragili e hanno bordi taglienti se rotti. Per evitare tagli, spazzare via i vetri con una paletta e una spazzola e smaltirli in modo sicuro.
Gli studenti devono essere spronati a fare domande, osservare con attenzione, attingendo a conoscenze pregresse su organismi, cellule, sistemi corporei e adattamenti, o ad ulteriori ricerche. Le seguenti domande possono essere usate per stimolare la discussione.
Scoperte fatte nel safari
Adattamenti
Il muschio come habitat
[1] Hingley M (1993) Naturalists’ Handbook 20: Microscopic Life in Sphagnum. Pelagic Publishing, Slough.
[2] Chandler-Grevatt A (2021) Moss Safari: inspiring interest in nature under the microscope. School Science Review 102 49–55.
L’approccio didattico di questo articolo è stimolante e applicabile ad una vasta gamma di argomenti e classi di età. Potendo utilizzare materiali direttamente dall’ambiente esterno, la maggior parte delle scuole in Europa potrà offrire ai propri studenti la possibilità di fare attività pratiche per scoprire affascinanti e inaspettate specie nel loro territorio. Consentire agli studenti di raccogliere da soli i campioni potrà anche aumentare la loro motivazione e la loro responsabilità nei confronti del “loro ecosistema”. Attraverso questa attività didattica si potranno studiare la conoscenza biologica di base delle reti alimentari, della biodiversità, degli ecosistemi, dei servizi ecosistemici, della sopravvivenza in ambienti estremi e tanti altri aspetti scientifici.
L’unità didattica può essere usata anche per comprendere la sostenibilità, se le ricerche all’interno di un micro-modello di ecosistema vengono applicate ad aspetti ambientali regionali o globali. Anche i bambini piccoli possono capire che togliendo le “macchie” di muschio la biodiversità si riduce come quando di sradica una foresta o si costruisce una nuova autostrada in macro-scala. Nello stesso tempo, ciò suscita speranza mostrando la resilienza e gli adattamenti della natura alle sfide estreme.
Un’altra sfida potrebbe essere quella di mandare i propri studenti a caccia di tardigadri, affascinanti organismi che sopravvivono alla maggior parte delle condizioni e spesso si vedono in articoli di giornale, ma raramente vengono riconosciuti nel vicinato.
Jan Höper, Docente in Didattica delle Scienze a UiT The Arctic University of Norway