Lottando contro la pseudoscienza: Daniella Muallem Inspire article

Tradotto da Lucia Morganti. Daniella Muallem racconta a Eleanor Hayes come combattere presunte affermazioni ‘scientifiche’.

Daniella Muallem
Per gentile concessione di
Shirley Shalev

Come viene coinvolto un biofisico nella battaglia contro la pseudoscienza? “Ero come tanti giovani scienziati”, racconta Daniela Muallem, “ero appassionata della mia scienza, appassionata della ricerca, ma non avevo idea di come essa potesse avere un impatto diretto sulla società. Di fronte ad esempi di disinformazione scientifica, o quando alcune affermazioni su qualche prodotto mi apparivano ridicole, mi lamentavo con i miei colleghi, brontolavamo tutti quanti ma non reagivamo in alcun modo.”

Fino a che sono entrata a far parte di Voice of Young Science (‘VOYS’, tradotto in Voce della Scienza Giovane)w1. Coordinato dall’istituzione di beneficienza inglese Sense About Sciencew2, VOYS è costituito da scienziati all’inizio della loro carriera, desiderosi di difendere la scienza pubblicamente, analizzando le proprietà dichiarate dai prodotti commerciali e correggendo la disinformazione nei mass-media.

“Una delle cose che ho imparato lavorando con VOYS è che perfino all’inizio della tua carriera sei già un esperto conoscitore del metodo scientifico, e quindi sei perfettamente in grado di scendere nell’arena del pubblico e fare distinzione fra scienza e pseudoscienza.”

 

Pseudoscienza: l’insieme delle teorie e delle pratiche che vogliono apparire scientifiche, cioè basate sul metodo scientifico.


 

Per gentile concessione di
icefront / iStockphoto

Daniella si è buttata nella battaglia quando con gli altri membri di VOYS ha deciso di contestare le affermazioni in circolazione sui vari prodotti ‘disintossicanti’, anche detti ‘detox’. “La parola sembra scientifica ma è usata per descrivere prodotti d’ogni tipo. Per esempio, esistono delle strisce detox da attaccare sotto i piedi di notte, che si suppone rimuovano le tossine durante il sonno. E c’è una vera e propria collezione di prodotti – dalle pinzette disintossicanti alle spazzole per il corpo ai prodotti per il viso.”

I giovani scienziati si sono rivolti alle compagnie produttrici di questi prodotti detox chiedendo “cosa intendessero per disintossicanti”, “quali tossine venissero rimosse” e “se avessero mai dimostrato in qualche modo le loro affermazioni”.

Per gentile concessione di
Sense About Science

Con grande sorpresa di Daniella, le compagnie erano del tutto impreparate a domande come queste. “Non avevano alcun materiale a portata di mano; se chiedevamo di metterci in contatto con i loro dipartimenti scientifici venivamo a sapere che non esistevano; in qualche caso perfino i rappresentanti dei clienti finivano per essere d’accordo con noi: i prodotti detox erano del tutto identici a quelli normali. Altre persone semplicemente si rifiutavano di risponderci”.

Per gentile concessione di
Kasiam / iStockphoto

Daniella e gli altri scienziati della VOYS hanno tratto le loro conclusioni: “Era evidente che la parola detox non avesse nessun significato scientifico e fosse soltanto uno slogan pseudoscientifico usato per incrementare le vendite.” Hanno pubblicato la loro inchiesta, con tanto di trascrizioni dei colloqui con le varie compagnie, appena dopo Natale, “quando tutti sono ossessionati dalla disintossicazione”. I mass media hanno dato enorme risalto all’iniziativa, e i giovani scienziati sono stati invitati a molte interviste.

Ma non lo sanno già tutti quanti che queste ed altre affermazioni che vogliono sembrare scientifiche sono in realtà spazzatura? Daniella pensa di no: “La nostra esperienza ci ha insegnato che la gente può essere in dubbio, e non sapere come giudicare.”

A trarre benefici dall’iniziativa è stato sì il pubblico – ma anche Daniella. “L’aspetto migliore della collaborazione con VOYS è poter utilizzare la mia esperienza e conoscenza a vantaggio della gente. Inoltre, ho avuto l’opportunità di essere davvero parte di una squadra, sensazione che a volte nella ricerca manca.”

Mentre portava avanti la sua ricerca di biofisica come postdoc, Daniella ha continuato a partecipare alle iniziative di VOYS.

Alla voce di una conferenza sull’omeopatia come cura per l’HIV, l’AIDS, la malaria ed altre malattie mortali in Africa, Daniella ed altri scienziati di VOYS si sono resi conto che varie organizzazioni promuovevano l’omeopatia come un metodo a basso costo, efficace, privo di effetti collaterali, alternativo (e non complementare) alla medicina tradizionale.

Stime del tasso di diffusione
(%) dell’HIV negli adulti
(15-49) per nazione nel
2009. Click on image to
enlarge

Per gentile concessione della
UNAIDS; fonte dei dati: UNAIDS

Sono rimasti particolarmente sconvolti dalla presa di posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS, o World Health Organization, WHO in inglese): “Fra tante altre informazioni, essi affermano che ‘l’inconveniente dell’omeopatia è che non funziona’ ma allo stesso tempo che ‘il vantaggio dell’omeopatia è che è davvero economica’.”

Con l’aiuto di Sense about Science, hanno coinvolto medici che lavorano in Africa ed esperti nel campo dell’HIV e della malaria, hanno scritto una lettera all’OMS e contemporaneamente l’hanno resa pubblica. “La risposta dell’OMS non è stata veloce come avremmo voluto ma dopo settimane di richieste finalmente l’abbiamo ottenuta: l’OMS ha dichiarato che l’omeopatia non serve a curare le malattie mortali che affliggono l’Africa. L’iniziativa ha avuto una diffusione su scala mondiale.”

Mappe dello scheletro di
particelle virali di HIV
immature. La ricostruzione
computerizzata 3D mostra il
reticolo formato dai
precursori della proteina Gag
che matura portando alla
formazione dell’involucro
della particella virale
infettiva

Per gentile concessione di John
Briggs / EMBL

Ispirata da queste esperienze, Daniella si è dedicata sempre di più alla comunicazione della scienza. “Gli aspetti creativi della ricerca, l’eccitazione di scoprire che la mia era un’idea buona e la possibilità di lasciarsi assorbire completamente da un progetto solo mio sono cose che amo, ma fare ricerca accademica significa concentrarsi su una piccola area scientifica. A volte ci si può sentire abbastanza scollegati dal resto del mondo. La mia esperienza con VOYS mi ha fatto capire che sebbene amassi la ricerca volevo occuparmi di come la scienza influisce sulla vita quotidiana e sulla gente comune. Ho anche capito quanto mi piace interagire con persone diverse.”

Nel 2010 Daniella ha fatto il salto, cambiando carriera, nazione e perfino continente – ed ora vive in Israele, dove lavora come ricercatrice analista nel settore delle tecnologie pulite. Il suo lavoro consiste nel fare ricerca e comunicarne i risultati a quelle compagnie che sviluppano tecnologie a ridotto impatto ambientale, dalle energie rinnovabili all’efficienza energetica.

Può sembrare lontano anni luce dal laboratorio, ma Daniella non è d’accordo: “Sto utilizzando tutte quelle abilità e conoscenze sviluppate durante la mia carriera scientifica, dai metodi di ricerca, all’analisi delle informazioni, alla scrittura e presentazione dei risultati. Il mio bagaglio culturale di biologia e fisica è indispensabile per comprendere le tecnologie e la scienza nelle nuove aree della biotecnologia e della cleantech. Questo lavoro mi rende più vicina a quell’interfaccia dove la scienza incontra la tecnologia e diventa decisiva per migliorare la salute umana e l’ambiente.

La zanzara Anopheles
albimanus
, vettore della
malaria

Per gentile concessione di
James Gathany / Public Health
Image Library

Nonostante la distanza geografica, Daniella è ancora in contatto con VOYS. L’associazione incoraggia i giovani scienziati professionisti – dottorandi e postdoc – a mettere in discussione le affermazioni di dubbia natura scientifica ma, come dice Daniella, “Non c’è bisogno di essere uno scienziato per chiedere spiegazioni. Ponendo le domande giuste, possiamo partecipare tutti quanti alla battaglia contro la pseudoscienza. Se vedete qualcosa che vi sembra sbagliato, chiedete!”

Il consiglio di Daniella per gli studenti è di lavorare in gruppo, perché, come nella sua esperienza, è più stimolante. E anche se non finite in televisione, ci sono comunque molte cose da fare. “Se riusciste a coinvolgere la vostra scuola nella sfida alla pseudoscienza e nella comprensione dell’importanza dell’evidenza scientifica, questo sarebbe già un grande passo. Potreste proporre una discussione in classe, o invitare qualche esperto nella vostra scuola e raccontare le vostre esperienze al giornale della scuola o al quotidiano locale.”

Noi di Science in School siamo curiosi di sapere quello che avete fatto voi e i vostri studenti.

E cosa pensa di fare Daniella nel futuro? “La risposta semplice è non lo so. Avere una cultura scientifica apre molte porte, e ci sono così tante possibilità diverse che a volte è difficile scegliere.”


Web References

  • w1 – Per saperne di più sul Voice of Young Science (VOYS), vedi: www.senseaboutscience.org.uk/voys
    • Per approfondire ‘l’inchiesta detox’, quella sull’omeopatia e la diffusione sui mass-media, visita il sito webw2 di Sense About Science o utilizza il link diretto: http://tinyurl.com/3hlvmah

    • Queste ed altre indagini di VOYS sono descritte in There Goes the Science Bit: A Guide to Standing up for Science, che puoi scaricare dal sito webw2 di Sense About Science, o seguendo il link: http://tinyurl.com/3vryo3x

  • w2 – Sense About Science è un’istituzione benefica che lavora con scienziati e gruppi di cittadini per reagire al travisamento della scienza e dell’evidenza scientifica su questioni rilevanti per la società. Per saperne di più o collaborare, consulta: www.senseaboutscience.org.uk

Author(s)

La dottoressa Eleanor Hayes è l’editrice di Science in School. Ha studiato zoologia all’Università di Oxford, in Inghilterra, ed ottenuto un Dottorato in ecologia degli insetti. In seguito ha lavorato nell’amministrazione dell’università, prima di trasferirsi in Germania e dedicarsi all’editoria scientifica, inizialmente per una compagnia di bioinformatica ed in seguito per un circolo culturale. Nel 2005 si è trasferita al Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL) dando il via a Science in School.

Review

Quest’articolo sottolinea l’importanza di richiamare l’attenzione del pubblico al fatto che non tutto ciò che sembra scientifico lo è, e rimarca il ruolo vitale di una letteratura – e di un’educazione – scientifica.

La lettura dell’articolo può essere un buon punto di partenza per un progetto interdisciplinare con studenti della scuola secondaria (15-18 anni). Per esempio, gli insegnanti di biologia e di chimica potrebbero lavorare con i loro studenti analizzando gli slogan ‘scientifici’ che vengono usati per far pubblicità ai prodotti (ad esempio nell’industria dei cosmetici o in quella alimentare).

L’articolo può anche essere utilizzato come spunto per una discussione. Per esempio:

Questo dovrebbe spingere gli studenti a realizzare che un certo livello di conoscenza è necessario per individuare affermazioni sbagliate. Quindi anche le persone che non scelgono una carriera scientifica dovrebbero (avere l’opportunità di) formarsi una cultura scientifica.

  1. Daniella Muallem dice “Non c’è bisogno di essere uno scienziato per chiedere spiegazioni. Ponendo le domande giuste, possiamo partecipare tutti quanti alla battaglia contro la pseudoscienza. Se vedete qualcosa che vi sembra sbagliato, chiedete!” Siete d’accordo? Motivate la vostra risposta.
  2. 1. Daniella Muallem afferma che “la scienza influenza la vita quotidiana e la gente comune” e può apportare benefici “alla salute umana e all’ambiente”. Elenca ed illustra alcuni esempi a sostegno di quest’affermazione; prova a fornire esempi da aree scientifiche differenti.

Betina da Silva Lopes, Portogallo

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CC-BY-NC-ND

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