Maria Dobkowska : il successo della fisica in Polonia Inspire article
Tradotto da Daniela Caleppa. L’insegnante di fisica Maria Dobkowska ci descrive le sfide da affrontare per rimanere creativi, nonostante un programma nazionale molto rigido, e per lavorare insieme a bambini con disabilità.
Quando i primi due illustri oratori, durante una conferenza nazionale per insegnanti di fisica svoltasi in Polonia, interrompono il proprio discorso di apertura per ringraziarti di averli motivati a studiare questa materia, vuol dire che stai facendo qualcosa di buono.
Non c’è dubbio che Maria Dobkowska, destinataria di questo riconoscimento, ha scelto il giusto percorso professionale, come dimostrano i suoi 39 anni di esperienza di insegnamento in Polonia. “Sono sempre stata socievole ed amo lavorare a contatto con gli altri” ,ci spiega. “Sapevo che non mi sarebbe piaciuto lavorare in un laboratorio scientifico e quando ho terminato il tirocinio come insegnante, ho realizzato che questo sarebbe stato il lavoro giusto per me.”
L’entusiasmo di Maria è stato utile, in particolare nell’affrontare le molteplici sfide che il sistema scolastico polacco le ha presentato (si veda il riquadro sul sistema scolastico polacco).
“In Polonia abbiamo un programma ministeriale molto rigido per ogni singola materia. Si possono inserire le proprie idee soltanto in attività extracurriculari, al di fuori dell’orario di lezione”, ci spiega Maria.
Sfortunatamente, continua Maria, le successive riforme del sistema scolastico polacco hanno ridotto il numero di lezioni di Fisica, lasciando invariata l’estensione del programma da presentare agli esami nazionali. “Anche durante le attività extracurriculari gli insegnanti sono più concentrati a preparare gli studenti per gli esami, piuttosto che ad espandere o introdurre nuovi contenuti”. In più la mancanza di fondi per attività extracurriculari rischia spesso di far dimenticare i bisogni degli studenti più dotati e talentuosi.
Molti insegnanti avrebbero lottato di fronte a tali costrizioni, ma Maria ha voluto sfidarle. Nel farlo ha creato alcune risorse, che hanno aiutato insegnanti polacchi e non.
“ Ideai, dapprima nella mia scuola, una competizione studentesca chiamata ‘Fotografa i fenomeni fisici’(in inglese ‘Taking photos of physical phenomena’). Fu un successo: alcune delle foto erano così belle da essere usate come illustrazioni dei manuali di fisica delle medie. Ora molte città della Polonia stanno promuovendo, con successo, competizioni simili…ne sono davvero orgogliosa.”
Circa 10 anni fa, insieme all’insegnante di fisica e informatica Miroslaw Los, Maria ha iniziato a filmare alcuni interessanti esperimenti di fisicaw1. Ciò rispondeva ai bisogni degli insegnanti delle medie, che desideravano rendere le proprie lezioni più coinvolgenti, ma che non disponevano del tempo e/o dei mezzi. Col tempo Maria e Miroslaw hanno arricchito questa risorsa, che comprende anche animazioni e simulazioni interattive. Tutto questo materiale è ora incluso nei libri di fisica delle scuole polacche ed è disponibile sia su CD che sul sito internet di Wydawnictwa Szkolne i Pedagogiczne,una delle più grandi e antiche case editrici per testi scolastici polacche. Maria ha anche collaborato a diverse pubblicazioni di supporto all’insegnamento e all’apprendimento della fisica.
In più, attraverso la propria partecipazione a Science on Stagew2, una rete di eventi locali, nazionali ed internazionali per insegnanti, Maria ha condiviso le proprie idee con docenti provenienti da diversi Paesi europei. Non solo ha presentato i suoi progetti a tre festival internazionali, ma dal 2006 aiuta anche ad organizzare l’edizione polacca di Science on Stage. Insieme ad altri insegnanti di Science on Stage, Maria ha contribuito alla pubblicazione internazionale Teaching Science in Europe: What European Teachers Can Learn From Each Otherw3.
Dopo molti anni di insegnamento, seguiti da una lunga pausa per dedicarsi alla propria famiglia, Maria è stata pronta per una nuova sfida. Infatti nel 1994 ha iniziato ad insegnare fisica in una nuova scuola integrata, un istituto aperto dove studenti normodotati e diversamente abili (dai 6 ai 19 anni) studiano insieme. In ogni classe ci sono circa 5 studenti con disabilità e non più di 20 alunni in totale. Oltre all’insegnante, in classe è presente anche uno speciale educatore; gli studenti con disabilità grave hanno un assistente personale che li aiuta, ad esempio, a scrivere. Vi sono inoltre specialisti che aiutano gli studenti a superare difficoltà nel parlare, nel leggere e nel memorizzare, fornendo anche assistenza medica. Scuole di questo tipo sono rare in Polonia.
“Lavorare con questi ragazzi è stata un’esperienza completamente nuova per me, una vera sfida. Ho dovuto cambiare i miei metodi di insegnamento e grazie a questa scuola sono diventata più creativa, innovativa e coraggiosa nel selezionare esperimenti e dimostrazioni. Ho iniziato a dare ai miei studenti maggior libertà di trovare le proprie soluzioni ed ho avviato alcuni progetti di lavoro , un metodo quasi del tutto sconosciuto in Polonia.” La sua creatività ha condotto Maria a collaborare a tre progetti scolastici internazionali, finanziati dall’Unione Europea, come ad esempio ‘Incontro tra studenti disabili di tutta Europa’ (in inglese ‘Handicapped children in Europe get to know each other’), che ha integrato scienza, arte, cibo e cultura.
Ovviamente anche durante le lezioni dei migliori insegnanti non tutto fila sempre liscio. “L’anno scorso stavo preparando un esperimento per dimostrare che le uova fresche affondano in acqua, ma più diventano vecchie, più la loro densità cambia, finché non galleggiano. Non ricordo più per quanto tempo ho tenuto queste uova in laboratorio, prima di decidere di usarne uno in un’altra lezione. Volevo mostrare la fragilità delle uova in maniera spettacolare, lasciandone cadere una su un vassoio appoggiato al pavimento. Il gas puzzolente emanato dall’uovo si è immediatamente diffuso per tutta la scuola! Gli studenti si sono davvero divertiti per ciò che è successo a lezione ed alcuni mi chiedono ancora quando farò un altro esperimento simile!”
Si può affermare che il successo di un insegnante è dimostrato dal successo dei suoi studenti. Ci racconta Maria: “ Michal ha una grave disabilità, una paralisi celebrale: è costretto su una sedia a rotelle ed ha difficolhttp://www.scienceinschool.org/node/4120#overlay=node/4120/edittà di parola e coordinazione. Gli ho insegnato fisica al nostro gimnazjum e liceum ed ora sta per terminare il suo terzo anno alla facoltà di fisica dell’Università di Varsavia!”
In un mondo ideale Maria vorrebbe più ore settimanali da dedicare alle lezioni di scienze e più libertà di scelta all’interno del programma; con più fondi per la strumentazione si potrebbero effettuare, inoltre, più esperimenti.
Laboratori di scienze aperti, magari nelle università, incoraggerebbero gli studenti interessati a proseguire lo studio della fisica ad un livello più alto. Soprattutto, però, Maria desidera continuare la propria specializzazione professionale: “Le conferenze ed i seminari sono molto utili e, nonostante gli anni di insegnamento, posso ancora imparare qualcosa di nuovo.” Un atteggiamento che vale proprio la pena trasmettere ad ogni studente.
Il sistema scolastico polacco
Szkoła podstawowa (scuola elementare) | Fase 1: dai 7 ai 10 anni Tutto l’insegnamento è integrato, le materie non sono separate. Fase 2: dai 10 ai 13 anni Si introducono materie separate. L’unica materia scientifica, in questa fase, è ‘natura’, che consiste principalmente in biologia e geografia, con accenni a fisica e chimica. Gli studenti hanno tre ore a settimana di lezione di “natura”. |
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Gimnazjum (scuola secondaria inferiore) | Fase 3: dai 13 ai 16 anni L’insegnamento si basa su materie separate: biologia, chimica, geografia e fisica. Per ciascuna di queste materie gli studenti hanno 130 ore di lezione suddivise in tre anni. Per esempio possono avere un’ora a settimana il primo anno, due ore il secondo anno ed un’ora il terzo. |
Liceum ogólnokształcące (scuola secondaria superiore) | Stage 4: dai 16 ai 19 anni Dal 2012 le scienze sono insegnate come materie separate solo durante il primo anno della fase 4. Gli studenti hanno un’ora a settimana di ogni materia. Per il secondo ed il terzo anno della fase 4, gli studenti decidono di concentrarsi su materie scientifiche o su materie umanistiche. Per questi due anni gli studenti che si focalizzano sulla scienza hanno quattro ore a settimana per ogni materia scientifica (biologia, chimica, geografia e fisica). Gli studenti che hanno scelto materie umanistiche hanno un’ora a settimana di lezione di scienze integrate (‘natura’). |
Web References
- w1 – Una delle attività ideate da Maria e Miroslaw fa uso di camere ad infrarossi per visualizzare, ad esempio, il trasferimento di energia da una palla che rimbalza alla superficie sulla quale essa rimbalza.
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Per la descrizione in inglese del progetto si consultino le pagine 66-67 della pubblicazione di Science on Stage Science Teaching: Winning Hearts and Minds.
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Il sito internet di Wydawnictwa Szkolne i Pedagogiczne ha una spiegazione in polacco del progetto (‘Kamera na podczerwień w nauczaniu przedmiotów przyrodniczych’).
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Il sito internet di Naked Scientists fornisce le istruzioni necessarie a costruire la propria telecamera ad infrarossi.
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- w2 – Science on Stage è una rete di eventi locali, nazionali ed internazionali per insegnanti, inizialmente promossa da EIROforum, editore di Science in School. Ad ogni evento nazionale di Science on Stage è scelta una delegazione di insegnanti che rappresenta il proprio Paese al festival internazionale.
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Il prossimi festival internazionale si terrà dal 25 al 28 aprile 2013 a Słubice-Frankfurt (Oder) sul confine polacco-tedesco. Durante il festival, 350 insegnanti di 27 Paesi condivideranno le proprie idee di insegnamento più innovative in seminari, dimostrazioni ed in una fiera di insegnamento. La partecipazione è gratuita per i delegati, mentre per gli altri insegnanti di scienze il numero di posti è limitato ed è prevista una quota di iscrizione. Per dettagli si consulti il sito internet di Science on Stage Europe.
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- w3 – Come parte del suo lavoro con Science on Stage, Maria ha contribuito alla pubblicazione Teaching Science in Europe: What European Teachers Can Learn From Each Other.