Il Paradosso dei Veleni: Agenti Chimici nostri Amici e Nemici, Di John Timbrell Inspire article
Traduzione di Gianfranco Martinelli. “Tutte le sostanze sono veleni; non ne esiste neanche una che non sia un veleno. La dose corretta distingue fra un veleno e un rimedio.”
Così scrisse 500 anni fa il fisico e scienziato Paracelso, e questo è anche il punto di vista del tossicologo inglese John Timbrell. Secondo lui, tutti gli agenti chimici hanno effetti positivi (desiderati) e negativi (indesiderati), che egli chiama la natura “paradossale” dei veleni. Come indica il titolo Il Paradosso dei Veleni: Agenti Chimici nostri Amici e Nemici, gli agenti chimici come i medicinali, i pesticidi e i saponi sono nostri amici, e nostri nemici come gli inquinanti ambientali, i veleni naturali e gli additivi dannosi per il cibo.
Dopo un breve resoconto storico sul concetto di veleni, Timbrell introduce il lettore alla comprensione dei meccanismi fisiologici che stanno alla base della trasformazione di una sostanza dentro il nostro corpo, del suo destino finale (metabolismo) e delle differenze individuali in questi meccanismi dovute a fattori genetici e stile di vita. Egli prosegue con un quadro generale sui concetti di farmacologia come i recettori e la relazione dose-risposta, spiega la mutagenesi, la teratogenesi, e la cancerogenesi, e descrive la degenerazione tissutale e la morte cellulare. Poi mette a confronto i benefici delle medicine comuni come l’aspirina, il paracetamolo e la penicillina con i loro effetti avversi. Sono anche spiegati i meccanismi delle droghe di abuso (cocaina, morfina/eroina, ed ecstasy). Sebbene quasi nessuno sia nella posizione di indovinare la ricetta di un medico, la spiegazione di come tutti noi assumeremo farmaci nella nostra vita, vale da sola la lettura dei due capitoli sulle medicine.
In tutta la sua relazione, Timbrell è ansioso di esporre gli aspetti positivi degli agenti chimici. Un esempio eclatante è il DDT, usato con successo come polverina anti-pidocchio durante la Seconda Guerra Mondiale e anche per combattere la malaria. Spruzzare intensamente il DDT nelle foreste contro gli scarafaggi, tuttavia, ha causato su flora e fauna effetti nocivi che sono stati scatenati da un accumulo di DDT nella catena alimentare. Timbrell ritiene questo uso eccessivo responsabile della nostra perdita di un agente chimico che era considerato relativamente sicuro per gli uomini.
Non è necessario essere d’accordo con questo punto di vista per imparare molto dal libro. Timbrell si muove con metodo da una piccola scala – gli armadietti di casa che contengono insieme il veleno per topi, i saponi, gli attrezzi del giardiniere, e “la nostra droga preferita: l’alcol” – verso una grande scala – il deliberato rilascio di scorie nell’ambiente, e allo stesso modo gli incidenti industriali che espongono alle tossine città o intere popolazioni. Ma non è sempre l’uomo che danneggia la natura con agenti chimici di sintesi: i danni sono provocati sia dall’uomo sia dalla natura. Tutti noi insegniamo ai bambini di mangiare solamente le bacche che sono considerate “sicure”, perchè le tossine delle piante sono tra i più letali composti presenti nel mondo.
Timbrell aspira ad insegnare alcuni concetti sui veleni al lettore profano. Egli evita una terminologia scientifica complicata, fornisce dettagliate informazioni in apposite appendici del libro per i lettori più istruiti, e definisce il gergo tossicologico in un glossario alla fine del libro. Quello che c’è in più, è dedicato all’intrattenimento. Titoli come “Ricina: un cavallo di Troia molecolare da un fagiolo” o “Lucy nel cielo con i diamanti: composti allucinogeni” attirano l’attenzione del lettore. I casi noti impostati secondo lo stile giornalistico descrivono in modo vivido l’azione di un veleno, i resoconti di assassini incalliti, gli omicidi politici, gli aneddoti storici (“Napoleone fu avvelenato?”) e li contrappongono con prove tossicologiche. Le figure come la fotografia del fegato di un alcolizzato dice molto di più di mille parole.
Tuttavia, ci sono anche inaspettati errori. Ripetuti errori di ortografia sul nome del premio Nobel Paul Ehrlich e le incongruenze nei nomi botanici di piante e famiglie avrebbero meritato più attenzione da parte dell’editore. In aggiunta, un numero di dettagli farmacologici sono evidentemente errati; per esempio, l’uso in passato di piante contenenti-atropina per il trattamento della malattia di Parkinson (e non l’epilessia), o il caso degno di nota dell’avvelenamento con tè di erbe, in cui è più probabile che la responsabile dei danni al fegato sia la pianta contenente l’alcaloide pirrolizidina piuttosto che l’alpendost. Inoltre, sarebbe stato necessario eliminare le tante ripetizioni presenti nel libro prima della pubblicazione.
Nondimeno, Il Paradosso dei Veleni è una buona fonte per gli insegnanti in cerca di esempi che diano interesse alle lezioni di chimica, biologia o ecologia. Io raccomando questo libro anche agli studenti più vecchi con un interesse per la chimica e per le scienze della vita. Il molteplice coinvolgimento dei veleni nella nostra vita quotidiana e il principio di Paracelso della dose corretta può aprire loro gli occhi.
Note
Casa editrice: Oxford University Press
Anno di pubblicazione: 2005
ISBN: 0192804952